Che cos’è la Personalità? Identità vs Reputazione
HumanAge è distributore degli strumenti Hogan Assessments per l’Italia
Quasi tutti riconoscono l’importanza della personalità quando si tratta di distinguere una persona dall’altra o di formulare un giudizio sul prossimo. Per esempio, di fronte al romantico dilemma della scelta di un partner, la ricerca di Hogan mostra che il 79% degli uomini e l’84% delle donne considerano prima di tutto la personalità. Ma cos’è esattamente la personalità? In sostanza, possiamo dire che si tratta della indole o del nucleo di una persona, e dei pensieri, sentimenti e comportamenti che ne derivano.
La maggior parte di noi crede di avere una profonda consapevolezza della propria personalità, ma questa convinzione è vera solo in parte. Da un punto di vista interno, siamo indubbiamente esperti della nostra personalità che, in questo caso, potremmo definire identità. La nostra identità è costituita dalle storie che noi in prima persona raccontiamo di noi stessi e, come in ogni buona storia, tendiamo a modellare la verità. E nel caso dell’identità, spesso si pecca di ottimismo.
Chi ci sta attorno non conosce la nostra identità attraverso l’alone dorato dei nostri racconti. Al contrario, gli altri incontrano la nostra personalità dal mero punto di vista esterno, facendone così emergere l’altro tratto protagonista: la reputazione.
Identità vs Reputazione
Spesso esiste una netta divisione tra identità e reputazione. Più volte ci giudichiamo in modo errato, o siamo troppo duri con noi stessi o, nella maggior parte dei casi, ingigantiamo le nostre capacità in confronto a quelle degli altri. Per questo motivo, tendiamo a farci un’idea errata delle nostre prestazioni, che si tratti di sensibilità interpersonale, capacità di leadership, abilità nel giudicare il carattere, problem-solving, senso dell’umorismo, ecc. In mancanza di un feedback reputazionale, la nostra identità può facilmente smarrirsi in una giungla di talenti immaginari.
Un carosello di errori di calcolo sulla propria identità si può trovare durante le audizioni del talent show statunitense American Idol. Anche se non si ha mai visto questo programma, probabilmente non sarà difficile pensare a una di quelle situazioni, reali o fittizie che siano, in cui un concorrente lascia i giudici a bocca aperta grazie a una prestazione di grande talento, oppure a causa di una totalmente priva di esso. Concentriamoci su quest’ultimo caso: concorrenti sognanti che durante un’audizione si esibiscono in una performance al di sotto delle proprie aspettative e ne escono scioccati, irritati e sopraffatti dall’incredulità quando il giudice di turno dice loro senza mezzi termini che proprio non sono in grado di cantare.
Ciò che più affascina in questi casi è il fatto che molti di questi cantanti in erba si presentano alle audizioni convinti di stare per esibirsi in una delle migliori performance in assoluto della stagione. È chiaro che questi concorrenti sono totalmente concentrati sulla propria identità e restano poi schiacciati dal peso della scoperta che gli altri non li vedono come loro percepiscono loro stessi. Fortunatamente, per saperne di più sull’importanza della propria reputazione, anziché umiliarci sulla televisione pubblica, possiamo rivolgerci all’enorme banca dati di ricerche sulla personalità di Hogan.
Reputazione > Identità
I dati dimostrano che la sindrome dei concorrenti di American Idol è più diffusa di quanto pensiamo: una percentuale significativa di persone adotta un approccio alla carriera lavorativa incentrato sulla propria identità.
Questo ignorare la reputazione spesso porta a conseguenze importanti, perché il successo professionale dipende in larga misura da ciò che gli altri pensano di noi, mentre l’identità è per lo più irrilevante. In effetti, non ha molta importanza quanto noi crediamo di essere adatti per un lavoro o un’opportunità; ciò che veramente conta in ambito professionale avviene durante le interazioni sociali, e questo richiede uno sforzo consapevole. In poche parole, durante ogni interazione, la nostra approvazione e il nostro riconoscimento aumentano o diminuiscono di un poco. A volte, corriamo un rischio tangibile di metterci in leggero imbarazzo; delle altre, un impercettibile rischio di umiliazione totale.
La reputazione, ovvero come gli altri ci percepiscono, determina se si sarà selezionati per uno specifico lavoro. Una volta assunti, determina i risultati delle performance review, le opportunità di avanzamento, e altro ancora. Ogni giorno, per tutto il giorno siamo circondati da persone che prendono decisioni su di noi e intraprendono azioni che ci riguardano: queste scelte si basano sulla nostra reputazione, non sulla nostra identità. Tutte le decisioni consequenziali che nella vita gli altri prendono su di noi, si basano su chi loro pensano noi siamo, non su chi noi pensiamo di essere.
Oltretutto, da un punto di vista pratico, la reputazione è l’unico aspetto della personalità effettivamente osservabile e quindi misurabile; ragione per cui le interpretazioni moderne della struttura della personalità si basano sul modello Big 5 dei tratti della personalità, che si concentra sulla personalità osservata dall’esterno. D’altra parte, l’identità non ha una base di misurazione, né una tassonomia di misurazione coerente, nonostante cent’ anni di discussioni e ricerca.
Ciò non significa che l’identità sia totalmente inutile; può infatti costituire un metodo molto affidabile per predire la reputazione. I test della personalità di Hogan si fondano sull’autovalutazione. Eppure, anche se le domande poste si basano sull’identità, queste non vengono usate per parlarci direttamente di noi perché sappiamo già molte più cose su noi stessi, rispetto a chiunque altro. Tuttavia, Hogan saprà dirci come è più probabile che gli altri ci descrivano, in base a come noi descriviamo noi stessi.
In sintesi, il successo professionale dipende da quanto le persone sono in grado di allineare le proprie identità e reputazione. Mentre, gli ostacoli di carriera insorgono quando l’identità delle persone si discosta di molto dalla loro reputazione. Hogan aiuta le persone offrendo una visione realistica di come si è percepiti dagli altri e lo fa mostrando dati oggettivi sulla propria reputazione, che possono essere utilizzati per regolare il proprio comportamento.
Quando i concorrenti reagiscono male su American Idol, l’ormai nota replica del giudice Simon Cowell è: “Allora vai a un’audizione dove ti mentono”. In Hogan, si potrebbe dire che viene adottato un approccio simile.
Fonte: https://www.hoganassessments.com/what-is-personality-identity-reputation/